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Arcidosso

 

www.comune.arcidosso.gr.it

 

Mappa Comune di Arcidosso.

 

Centro prevalentemente agricolo, sede di piccole industrie e luogo di villeggiatura, Arcidosso forse deriva il suo nome dal latino Arx e Dossum (Fortezza sul dosso). I 93 kmq di territorio comunale si estendono prevalentemente tra il Monte Labbro e le pendici orientali del Monte Amiata, nelle valli dei fiumi Zancona e Ente, e raggiungono i 679 metri s.l.m. Distante 56 Km daGrosseto, 74 da Siena, 175 da Roma, annovera al suo interno le frazioni di Bagnoli, Macchie, Montelaterone, Salaiola, San Lorenzo, Stribugliano, Zancona e rappresenta un rilevante centro amministrativo e culturale della montagna amiatina. Oggi conta 4.091 abitanti (4.453 nel 1981) che sono chiamati "arcidossìni".

 

Arcidosso.

 

da visitare:

  • Le mura parzialmente visibili della ROCCA ALDOBRANDESCA.
  • La FONTANA IN GHISA sottoforma di tempietto, fusa nel 1833 presso le antiche fonderie di Follonica.
  • La PORTA DI MEZZO,ricostruzione della porta originale effettuata nel XIX secolo e sormontata da una Torre con orologio.
  • La CHIESA DI SAN LEONARDO, romanica, ma rimaneggiata nel corso del Seicento. Poi la CHIESETTA DI SAN NICCOLO', anch'essa romanica, accorpata nel Seicento alla CHIESA DI SANTA CROCE. La CHIESA DELLA MADONNA INCORONATA eretta dopo la peste del 1348.
  • Le altre due porte d'ingresso al paese: PORTA TALESSE e PORTA TORRE CASTELLO con gli stemmi di Arcidosso e dei Medici.
  • Non distante da Arcidosso, MONTELATERONE con i ruderi del Cassero trecentesco.
  • La PIEVE DI SANTA MARIA IN LAMULAS, edificio sacro mediovale tra i più preziosi della bassa Toscana, conserva delle absidi in puro stile romanico .
  • Muovendosi verso Castel del Piano, il CONVENTO DEI CAPUCCINI costruito verso la fine del XVI secolo.
  • Percorrendo una strada che transita per il complesso turistico del Faggio Rosso, la comunità Tibetana MERIGAR, fondata dal Lama Ngai Norbu.
  • Le testimonianze architettoniche dei GIURISDAVIDICI, LA "NUOVA SION" DI DAVID LAZZARETTI, il Profeta dell'Amiata, il "Santo David", il personaggio più rappresentativo della mistica amiatina. Visse dal 1834 al 1878 quando "cadde con alcuni de' suoi seguaci ucciso", dopo aver fondato, sul Monte Labbro, la sua chiesa e organizzato proprie istituzioni sociali. Perseguitato in vita, fu sepolto nel cimitero di Santa Fiora e numerosi dei suoi seguaci continuarono ad incontrarsi segretamente dopo la sua morte consentendo alla Comunità dei "Giurisdavidici" di continuare ad esistere.
    Ancora oggi, al calar della sera del 14 agosto di ogni anno, i giurisdavidici si ritrovano dentro i sacri edifici posti sulla sommità del Monte Labbro e celebrano il sacrificio del loro Profeta, raccolti in preghiera all'interno della piccola grotta, mentre all'esterno, il bagliore di un fuoco - dalla sommità della torre - tramanda ancora agli amiatini il suo ardente messaggio.

 

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Cenni di storia

 

Nominato la prima volta in un documento dell' 860 relativo ad alcune case e poderi di proprietà dell'Abbazia di San Salvatore, nel 1121 diventa possesso degli Aldobrandeschi. Vi rimane sino al 1274 quando viene attribuito al ramo dei conti Sforza di Santa Fiora con la missione di assolvere al ruolo strategico di difesa contro le mire espansionistiche della Repubblica di Siena. Ma nel 1331, dopo un lungo assedio, i senesi riescono ad espugnare l'imponente fortezza, guidati dal famoso capitano Guidoriccio da Fogliano. In seguito all'espansione del dominio mediceo, nella seconda metà del XVI secolo Arcidosso diventa il più importante centro amministrativo dell'Amiata. Centralità amministrativa che mantiene sotto la dominazione francese (1803-1814) assurgendo a "capoluogo di cantone" e con la formazione dello Stato Unitario Italiano che vi istituisce una "prefettura".

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